Perché lo fai, disperato ragazzo mio…

Pubblicato: novembre 11, 2013 in Sarno Pedagogia
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blog crossingIn vista della seconda Assemblea generale e materiale sulla CONSULENZA PEDAGOGICA che si terrà a Milano il 16 novembre 2013, alcuni blogger che ne prenderanno parte hanno deciso di lanciare in rete un blog crossing day nel quale parleranno, in un breve post, del perché hanno scelto l’educazione come professione e di come sono entrati in contatto con il gruppo Facebook “Educatori, Consulenti pedagogici e pedagogisti” da dove tutto ha avuto inizio.

Perchè lo fai, disperato ragazzo mio…

1. Perché mi occupo di educazione professionalmente?

2. Cosa c’entro io con il gruppo Educatori, Consulenti Pedagogici e Pedagogisti?

Parto dalla fine :

2. Il gruppo è figlio mio e come spesso capita, i figli sono differenti da come li avevi immaginati. Il gruppo è nato dall’idea di creare un luogo di incontro per tutti coloro che si occupano di educazione, quindi da una parte i professionisti (educatori, pedagogisti e consulenti pedagogici ) e dall’altra i genitori. Nel titolo del gruppo però aimè, mi son dimenticato i genitori, ma non essendo modificabile, è rimasto così. La frittata ormai era fatta. Tempo dopo ho deciso di allargarlo ad altri 5 colleghi conosciuti in rete. Sembrerà incredibile, ma alcuni di loro ancora oggi, non li ho mai visti di persona. Ecco come siamo diventanti i 6 amministratori che oggi governano il gruppo e come è diventato figlio anche di altri. Senza i miei compagni di viaggio il gruppo non sarebbe sicuramente ciò che è oggi, non sarebbe esploso, non avrebbe la cura e l’attenzione che mostra verso i partecipanti e verso ciò viene pubblicato e scritto. Non sarebbe stato un gruppo così ricco. Sarebbe uno dai tanti gruppi che ci sono in rete, pieni di spam, troll, insulti, gente che delira, e così via, perché se lo gestisci da solo spesso finisce così. Il mio gruppo è differente, insomma e ne sono molto felice, ovviamente.  Non ci sarebbe mai stata la prima assemblea generale sul lago di Monate del 21 settembre e quindi non ci sarebbe stata nemmeno la seconda.

Se ripenso alla strada che aveva preso prima di allargarlo ai magnifici 6, forse oggi il gruppo sarebbe chiuso. Se il gruppo è vivo è per merito di Alessandro Curti, Laura Ghelli, Monica Massola, Anna Gatti a Anna Apicella.

Oggi, approfitto di questo post per ringraziarli, perché ciò che è successo conferma che alcune volte, se metti insieme persone intelligenti possono anche partorire un progetto intelligente. L’unica cosa che  mi spiace è essermi perso l’obiettivo iniziale, quello di far parlare professionisti e genitori, ma per adesso va bene così.

1: Faccio l’educatore dal 96 perché amo questo lavoro, l’ho amato prima di sapere cosa fosse, prima di capire come e cosa dovessi fare. Prima di imparare a farlo. Ho rischiato di smettere di amarlo più volte in questi ultimi 20 anni. Ho continuato ad amarlo grazie ad alcuni incontri, alcuni colleghi, alcuni progetti, alcuni servizi, ma soprattutto grazie al percorso con lo Studio Dedalo. E’ il lavoro che mi ha permesso di amare anche la scrittura, odiata per tutti gli anni delle scuole dell’obbligo. E’ il lavoro che mi ha permesso di essere migliore come persona, come uomo e come cittadino. E’ il lavoro che vorrei fare da grande. Mi piace il lavoro educativo e mi piace mischiarlo con la parte consulenziale. Mi piace ciò che faccio perché mi costringe a non fermarmi mai. Mi son sempre chiesto perché, ma la risposta è questa. Mi occupo di educazione perché ho ancora la speranza che il mondo si possa cambiare. Perché quando cambiamo noi, poi inevitabilmente, succede qualche cosa anche a ciò che ci sta attorno. Ho sempre sognato di fare un lavoro che aiutasse le persone a crescere. Se non mi fossi occupato di educazione, forse avrei fatto il cuoco o il comico. Avrei fatto, credo, un lavoro orientato alla felicità.

Farò questo lavoro fino a che mi renderà un uomo felice, quando non sarà più così, cercherò altre strade.

 Christian S.

I contributi saranno condivisi sui diversi Social con  #assembleagenerale e #consulenzapedagogica
I blogger che partecipano sono:
Christian Sarno, “Perché lo fai, disperato ragazzo mio.”

https://biviopedagogico.wordpress.com/2013/11/11/perche-lo-fai-disperato-ragazzo-mio/

Laura Ghelli, “Parole e sguardi”

https://biviopedagogico.wordpress.com/2013/11/11/parole-e-sguardi/

Monica Cristina Massola, “In spostamento, tra uno spazio e l’altro”

http://pontiandderive.wordpress.com/2013/11/11/in-spostamento-tra-uno-spazio-e-laltro/

Elisa Benzi, “Guest Post.”

http://pontiandderive.wordpress.com/2013/11/11/guest-post-elisa-benzi/

Anna Gatti, “L’educazione tracciata.

http://edieducazione.blogspot.com/2013/11/leducazione-tracciata.html

Alice Tentori, “Lascio che le cose mi portino altrove.”

http://edieducazione.blogspot.com/2013/11/lascio-che-le-cose-mi-portino-altrove.html

Alessandro Curti, “Scontrarsi con l’educazione.”

http://labirintipedagogici.blogspot.com/2013/11/scontrarsi-con-leducazione.html

Manuela Fedeli “Chi l’avrebbe mai detto”

http://nessipedagogici.blogspot.it/2013/11/gli-incontri-digitali-sono-possibili.html

Vania Rigoni, “Blog crossing day in bottega.”

http://www.bottegadellapedagogista.com/2013/11/blog-crossing-day-in-bottega.html

Sylvia Baldessari, “L’educazione è un incontro.”

http://ilpiccolodoge.blogspot.com/2013/11/leducazione-e-un-incontro.html

commenti
  1. […] guest post: Elisa Be… su Perché lo fai, disperato ragaz… […]

  2. […] attraversandoli, raccontandosi reciprocamente cosa si scopre, insegnandolo uno all’altro. Sta anche nell’emozionarsi per le parole di qualcun altro che scrive e racconta cosa significa… di […]

  3. […] Christian Sarno, “Perché lo fai, disperato ragazzo mio.” […]

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