San Valentino : Oscar Pistorius ha sparato alla fidanzata, 4 colpi.
Ho parlato tanto dell’atleta Pistorius, ne ho incensato le gesta e il coraggio. Oggi parlarne in quel modo sembra quasi impossibile, soprattutto se ciò che è avvenuto il giorno di san valentino dovesse essere veramente omicidio volontario.
Chi è veramente Oscar Pistorius?
Pistorius è due uomini, uno pubblico e uno privato.
Di quello pubblico sappiamo tutto, di quello privato nulla, fino al 14 febbraio.
Quello pubblico è colui che ha combattuto (trovate diversi post nel mio blog) per essere in pista, per correre, per stare con gli altri.
Quello privato forse con gli altri non ci starà più.
Il Pistorius pubblico è un lottatore, un combattente, una persona con disabilità che ha voluto gareggiare con chi disabilità non ne aveva. Un uomo che ha detto e gridato a tutti di non voler essere considerato differente. Che non si è accontentato. Un uomo forte,deciso, paziente, costante e apparentemente felice.
Il Pistorius privato (oggi diventato pubblico) oggi piange (Il video), tiene gli occhi a terra, non riesce più ad alzare la testa come ha fatto alla olimpiadi quando è scattato dai blocchi di partenza della 4 per 100. Oggi, anche lui è un uomo distrutto, che dovrà affrontare, da solo probabilmente, tutte le sue debolezze.
Oscar sembra in qualche modo come me, come tutti noi. Vizi privati e pubbliche virtù, insomma. Anche io ho sono un uomo pubblico e privato. Anche io, forse, son meglio nella versione pubblica. Anche gli educatori che incontro, nelle supervisioni e nelle formazioni, portano una parte di se stessi (professionale) che non sempre collima con la versione personale. Anche da educatori, portiamo una parte di noi stessi, forse ripulita di ciò che non ci piacerebbe gli altri vedessero.
Le azioni educative si svolgono spesso in una scena pubblica, dove uomini e donne interpretano un ruolo ( genitori, educatori e insegnati, ecc) più o meno aderente con ciò essi sono realmente.
Tornando ad Oscar, lui è un uomo differente da me, perchè ha sbagliato in modo irreversibile. Ha compiuto la tipologia di errore, volontario o meno, peggiore possibile. Gli errori irreversibili ti tolgono la possibilità di recuperare, di ricominciare e di riparare, ti tolgono il fiato. A volte non farli è anche una questione di fortuna.
Nella vita come in educazione (professionale o naturale) capita di sbagliare, capita di provare e non riuscire, capita anche di farcela. Quello che dobbiamo e cerchiamo di evitare è l’ irreversibilità delle nostre azioni. E se non ci riusciamo?
Quindi la domanda finale è questa : Come si fa a ripartire da un errore irreversibile?
Christian S.