Ho fatto sport per quasi 15 anni, sempre sport di squadra, sempre condotto da uno o più allenatori. Ho giocato a basket prevalentemente, ma anche a calcio e pallavolo, sempre con risultati discreti, mai ottimi (non ero un fenomeno, insomma). Ho giocato in tante squadre, spesso perdenti, in cui si lottava e correva come matti e mi son divertito, tantissimo, anche senza vincere. Ho visto pochi compagni diventare professionisti, forse uno soltanto.
Per tanti anni, giocando a basket, mi son chiesto cosa pensassero i miei allenatori, se fossero veramente interessati alla mia crescita sportiva, se fossero interessati ad insegnarmi altro, oltre al palleggio e tiro.
Mi son chiesto se per loro fosse importante qualche cosa oltre il risultato.
Pensandoci, oggi, non trovo traccia di nessuno di loro nella mia mente e questo, un po’ mi dispiace, devo essere sincero. L’assenza di ricordi legati ai “maestri sportivi” in una carriera di 20 anni però, dovrebbe dirmi delle cose, perché di solito ” i miei maestri ” li ricordo molto bene.
Non mi son chiesto allora, che formazione avessero perché per me erano allenatori, erano quelli che decidevano se farti giocare o meno, erano quelli che sapevano giocare meglio di te (a volte), che ne sapevano più di te (quasi sempre), erano quelli a cui non potevi dire nulla perché se gli rispondevi male, ti lasciavano fuori squadra.
Ho pensato per anni che mi sarebbe piaciuto fare l’allenatore, anche gratis o quasi, ci son passato vicino, qualche abboccamento, qualche mezza idea, ma mai nulla, mai fatto realmente il pensiero di prendere il patentino allenatori per esempio.
Se oggi non faccio l’allenatore forse è perché nessuno di loro è riuscito a farmi pensare o capire che allenare fosse anche educare, prendersi cura, accompagnare e soprattutto insegnare. Forse, invece, è solo perché io non ho compreso il preziosissimo valore del loro ruolo o mi son occupato di educare con altri strumenti e in altri luoghi.
Se penso a quanto può essere potente e divertente insegnare una disciplina sportiva, penso che a non fare l’allenatore, forse, mi son perso qualche cosa.
Se penso, invece, che altri lo fanno, il pensiero mi rassicura, perché : “mica posso fare tutto io…”. A questo proposito vi segnalo un bel blog “AllenarEducare” e un bel post di un padre, sul rapporto tra “fragilità” e competizione, tra sport e competenze specifiche.
Una bella riflessione, su come lo sport possa aiutare i bambini ad imparare anche a stare insieme.
Palla al centro….
Christian S.