Archivio per ottobre, 2012

Nelle ultime settimane ho seguito in apprensione, come avevo anticipato,  questa nuova parte della carriera del mio amato maestro Zdenek  Zeman (trovate nel blog tante cose su di lui.)

L’ho seguito come sempre con la speranza che mi regalasse qualche perla, qualche spunto su cui ragionare e prontamente, quando meno me lo aspettavo,  eccolo, ecco l’idea , ecco la scintilla, ecco lo spunto.

Zeman ha già allenato in serie A , ha già allenato la Roma , ha già allenato una squadra pronta per giocarsi lo scudetto. Quello che succedeva, qualche anno indietro era che le sue squadre, giocavano bene, facevano spettacolo, ma non riuscivano a vincere. In pochi anni Zeman fu considerato un allenatore spettacolare ma perdente e così fini (anche per altri motivi) ai margini di un calcio in cui la vittoria è il valore assoluto.

Z. è tornato ad allenare la Roma dopo quasi 10 anni di serie B e C ed io ho pensato: Avrà sicuramente imparato qualche cosa da ciò che gli è successo nel passato, oggi sarà meno spettacolare , meno bello , ma più vincente.

Nulla di tutto ciò, la Roma di Zeman è bella, pratica un calcio offensivo, segna e prende una caterva di gol e come in passato naviga a metà classifica.

Z.Z. è quindi un Maestro che non impara? Come ho potuto, io,  inneggiare per tanto tempo ad un maestro così, possibile che sia stato preso da un abbaglio?

Poi ho capito.

Ho capito che Z. non è un maestro che non impara, è un maestro che non ha voluto imparare “QUELLA LEZIONE“,  che non è interessato alla vittoria, che è interessato ad altro, che non ha voluto cambiare, che ha voluto ribadire il suo modo di guardare il calcio.

Forse è un maestro che durerà poco alla guida della Roma , ma è un maestro differente.

Secondo Zdenek Zeman:

  • il calcio è uno spettacolo (quindi deve far divertire).
  • lui è un insegnate di calcio ed i giocatori sono lì per imparare, anche quelli a fine carriera.
  • il calcio è uno sport di squadra, se giochi per te stesso ti siedi in panchina.
  • nello sport la vittoria non è tutto, è solo una delle componenti , ci sono altre cose molto più importanti.
  • nel calcio si può vincere anche perdendo.

Io, francamente, non riesco a dargli torto.

Giusto per far capire cosa intendo: Domenica scorsa la Roma vinceva, dopo circa 30 minuti, per Due a Zero la partita contro l’Udinese. Un’altro allenatore avrebbe tolto due attaccanti e messo due difensori, arretrato la squadra e probabilmente portato a casa la vittoria. Doppia Zeta no, lui ha continuato a dire ai suoi giocatori che dovevano attaccare e segnare, perché per lui rispettare i tifosi vuol dire produrre spettacolo per 90 minuti  e non solo per i primi 30. Per la cronaca la  partita è finita 3 a 2 per i friulani, ma questo, anche in questo caso, non è per nulla importante.

Zeman ci insegna a difendere ciò che di differente abbiamo nel nostro modo di incontrare il mondo. Ci insegna, in qualche modo, ad insegnare il valore dell’essere diversi. Perché se essere differenti è un valore, lo si insegna proprio evitando di uniformarsi. 

Christian S.

Ecco il link all’intervista di Igor Salomone a La7, autore di “Con occhi di Padre”. Igor e Luna

Qui l’intervista al senso della vita

Qui il link del libro

ed ecco infine dal blog di Igor Salomone il suo post che parla del’intervista.

Grazie Igor, ancora una volta si parla di handicap in modo differente.

Buona lettura e buon ascolto…

Christian S.

Da una bella idea di una collega  ( Monica Cristina Massola) un luogo in cui si possono trovare tutti i blog , siti e gruppi che parlano di educazione e pedagogia, Bello!

Snodi Pedagogici

…a volte è meglio tacere…

Pubblicato: ottobre 12, 2012 in Sarno Pedagogia
12 ottobre 2012
…non parlerò di ciò che è successo oggi a Padova, questo è il mio modo di essere differente. Non ne parlerò perchè non ne so nulla, più o meno come tutti coloro che continuano a parlarne su tutti i tg, i blog, i social network e le radio. In alcune situazioni, soprattutto in quelle così complesse, prima di commentare, giudicare, posizionarsi, sarebbe necessario essere informati e competenti. Ciò che ho ascolatato e letto oggi mi piace veramente poco. In alcuni gruppi , anche di educatori, ho letto commenti di una tale superficialità e di una tale banalità da mettere in dubbio le competenze apprese nelle “meravigliose ” aule universitarie. Oggi, a differenza del solito, penso che la categoria di professionisti a cui appartengo, ha perso un’occasione per andare contro tendenza, ha perso una preziosa occasione per stare in silenzio. Non si possono affrontare situazioni delicate come se fossero argomenti da discutere dal barbiere. Oggi preferisco tacere. Non è sempre necessario commentare tutto ciò che succede nel mondo.
Christian S.

Il 2012 dovrebbe essere il punto più basso per il mondo del sociale, almeno lo spero.

Quello a cui stiamo assistendo è uno degli spettacoli più umilianti a cui è possibile assistere. Bandi al ribasso, tariffe educative che non permetterebbero di pagare nemmeno un 3° livello, ottime cooperative che competono una contro l’altra per un tozzo di pane. Educatori che accettano compensi indecenti, consulenti pedagogici che accettano di lavorare a prezzi che sfiorano la concorrenza sleale, psicologi che accettano incarichi con tariffe più che dimezzate. Cooperative squalo, che fanno ribassi del 7,5 % su servizi già senza margini e che partecipano ai bandi scaricando i tagli sui contratti degli educatori. Cooperative che abusano dei contratti co-pro e che pagano 6 euro lordi un educatore professionale. Nessun rispetto del contratto nazionale, né da parte dei comuni  (che non ne chiedono il rispetto) né da parte delle cooperative.

Orrende proposte professionali piovono come grandine, tutto ciò giustificato dalla stessa frase: “…mi spiace, c’è la crisi”.

La crisi è anche un alibi, permette di dire e fare cose che in altre fasi non ci si permetterebbe di fare. La crisi ha probabilmente acuito, un problema che il mondo dell’educazione deve affrontare da sempre. Sta permettendo a chi ne vuole approfittare, di giustificare azioni che in altre fasi sarebbero considerate solo giochi al ribasso e indecenti azioni di svalutazione dei servizi e delle competenze educative.

Nominare la crisi permette a tutti: dirigenti dei comuni, responsabili dei servizi, politici, presidenti di cooperative, consulenti, formatori, psicologi ed educatori stessi, di proporre ed accettare stipendi e bandi assolutamente inaccettabili, perché come si dice di solito “tengo famiglia”.

Il mercato delle vacche è questo, un mercato in cui continuando a giocare al ribasso, della vacca son rimaste solo le ossa.

Non so cosa rimarrà del nostro lavoro, non so quali cooperative riusciranno a sopravvivere a ciò che sta accadendo, e non so nemmeno quanti degli ottimi professionisti che conosco rimarranno a fare il lavoro per cui hanno studiato tanti anni. Non so chi o cosa si salverà da ciò che vedo.  Quello che so è che tutto ciò si scarica su due categorie di persone, gli educatori e gli utenti. Nel mio caso, quindi, su di me si scarica 2 volte, perché da una parte faccio l’educatore e il consulente pedagogico e dall’altra necessito di servizi educativi di qualità  per le mie figlie, veramente un colpo di culo. No so se riuscirò a resistere alla tentazione di iniziare anche io l’epoca degli sconti, delle offerte e delle proposte accattivanti e seduttive. Magari nel prossimo preventivo ci metto dentro anche un set di pentole e la mountainbike con cambio shimano.

Sapere, però, che tanti consulenti pedagogici, formatori, dirigenti di comuni, responsabili di settore, educatori, psicologi e politici stanno provando, come me, a resistere e questa onda anomala, devo essere sincero, mi conforta. So che esistono ancora cooperative, fondazioni e associazioni che credono nella qualità, che ci sono ancora nel mondo del sociale uomini e donne che di sconti, ribassi e offerte economicamente vantaggiose non vogliono nemmeno sentir parlare, perché ciò che gli interessa è costruire servizi di qualità, costi quel che costi. Io sto con loro, con chi prova a stare dentro la fatica della fase senza cercare semplici e accomodanti vie di uscita.

Questo è un post dedicato a chi sta cercando di resistere all’idea di svendere il proprio lavoro e i propri servizi, agli operatori della Cooperativa Sociale “I Colori” di Roseto degli Abruzzi e a chi guarda il lavoro pedagogico in questo modo (pedagogia sottocosto). 

Qualche giorno fa ho pubblicato un post con alcune domande, se volete leggerle.

Christian S.