Nelle ultime settimane ho seguito in apprensione, come avevo anticipato, questa nuova parte della carriera del mio amato maestro Zdenek Zeman (trovate nel blog tante cose su di lui.)
L’ho seguito come sempre con la speranza che mi regalasse qualche perla, qualche spunto su cui ragionare e prontamente, quando meno me lo aspettavo, eccolo, ecco l’idea , ecco la scintilla, ecco lo spunto.
Zeman ha già allenato in serie A , ha già allenato la Roma , ha già allenato una squadra pronta per giocarsi lo scudetto. Quello che succedeva, qualche anno indietro era che le sue squadre, giocavano bene, facevano spettacolo, ma non riuscivano a vincere. In pochi anni Zeman fu considerato un allenatore spettacolare ma perdente e così fini (anche per altri motivi) ai margini di un calcio in cui la vittoria è il valore assoluto.
Z. è tornato ad allenare la Roma dopo quasi 10 anni di serie B e C ed io ho pensato: Avrà sicuramente imparato qualche cosa da ciò che gli è successo nel passato, oggi sarà meno spettacolare , meno bello , ma più vincente.
Nulla di tutto ciò, la Roma di Zeman è bella, pratica un calcio offensivo, segna e prende una caterva di gol e come in passato naviga a metà classifica.
Z.Z. è quindi un Maestro che non impara? Come ho potuto, io, inneggiare per tanto tempo ad un maestro così, possibile che sia stato preso da un abbaglio?
Poi ho capito.
Ho capito che Z. non è un maestro che non impara, è un maestro che non ha voluto imparare “QUELLA LEZIONE“, che non è interessato alla vittoria, che è interessato ad altro, che non ha voluto cambiare, che ha voluto ribadire il suo modo di guardare il calcio.
Forse è un maestro che durerà poco alla guida della Roma , ma è un maestro differente.
Secondo Zdenek Zeman:
- il calcio è uno spettacolo (quindi deve far divertire).
- lui è un insegnate di calcio ed i giocatori sono lì per imparare, anche quelli a fine carriera.
- il calcio è uno sport di squadra, se giochi per te stesso ti siedi in panchina.
- nello sport la vittoria non è tutto, è solo una delle componenti , ci sono altre cose molto più importanti.
- nel calcio si può vincere anche perdendo.
Io, francamente, non riesco a dargli torto.
Giusto per far capire cosa intendo: Domenica scorsa la Roma vinceva, dopo circa 30 minuti, per Due a Zero la partita contro l’Udinese. Un’altro allenatore avrebbe tolto due attaccanti e messo due difensori, arretrato la squadra e probabilmente portato a casa la vittoria. Doppia Zeta no, lui ha continuato a dire ai suoi giocatori che dovevano attaccare e segnare, perché per lui rispettare i tifosi vuol dire produrre spettacolo per 90 minuti e non solo per i primi 30. Per la cronaca la partita è finita 3 a 2 per i friulani, ma questo, anche in questo caso, non è per nulla importante.
Zeman ci insegna a difendere ciò che di differente abbiamo nel nostro modo di incontrare il mondo. Ci insegna, in qualche modo, ad insegnare il valore dell’essere diversi. Perché se essere differenti è un valore, lo si insegna proprio evitando di uniformarsi.
Christian S.