Oscar Pistorius (la sua scheda) è un atleta, uno dei più famosi degli ultimi anni.
E’ un atleta che è andato oltre, oltre il proprio handicap, oltre il proprio limite.
Pistorius è stato, nel 2012, il più veloce atleta sui 400 metri di tutto il Sud Africa e si è guadagnato la possibilità di gareggiare, finalmente, in una Olimpiade. Non ha vinto nessuna medaglia alle Olimpiadi di Londra 2012, ma in questo caso non è per nulla importante.
Oscar voleva gareggiare e voleva farlo contro atleti con le gambe, voleva farlo rischiando, anche, di arrivare ultimo. Era stufo, probabilmente, di fare le ParaOlimpiadi (dove tra l’altro era il più forte) .
Ha detto no a quella che ha ritenuto una risposta facile. “Vuoi correre? Corri con chi ha un handicap come te.”. Ha scelto di rischiare e di rinunciare a vincere facile.
Oscar ha scelto di dare una lezione a tutti coloro che si accontentano, che davanti ad una risposta semplice si fermano. Ha voluto sfidare il proprio limite.
Pistorius voleva andare oltre ed oltre ha portato tutta la federazione di atletica che dopo anni di resistenza ha accettato di farlo correre come un atleta “normodotato”. Ma Oscar non è un atleta normodotato, è un alteta speciale, e non lo è perchè ha due protesi al posto delle gambe, lo è perchè non si è accontentato di una risposta facile ad una domanda complessa. La sua domanda era profonda. Le risposte ricevute, troppo semplici e rassicuranti.
E’ un uomo speciale e straordinario perché ha imparato a far i conti con il proprio limite, non ha barattato una possibile sfida con un facile successo decidendo che il suo limite poteva essere spostato qualche metro più in là.
Pistorius è arrivato con il suo Sud Africa nella finale della staffetta 4×400.
Mi piace parlare di sport, raccontare di uomini e donne le cui azioni insegnano qualche cosa. Penso si possa ancora parlare di sport ed educazione, il post su Schwazer di un collega, lo dimostra.
Soprattutto mi piace raccontare storie.
…dal 29 agosto (Video Inglese) appuntamento alle Para Olimpic Game e vediamo come si comporterà il nostro Oscar.
Christian S.