Archivio per marzo, 2012

Oggi mia figlia ha imparato ad andare sui pattini.

Credo di aver contribuito, anche io, ad insegnarglielo.

La questione è che io non so andare sui pattini. Non è completamente vero, in effetti, io sono andato sui pattini da bambino. Quindi ciò che posso dire è che io potrei essere in grado di insegnare come si va sui pattini solo pescando da ciò che ho imparato in passato.

Posso insegnare provando a trasferire ciò che ho imparato. Non posso più, ma questo per questioni fisiche, andare sui pattini, ma questo è un’altro discorso.

Se riguardo le immagini della mattinata, in effetti, vedo è un uomo che mima dei movimenti (pescando nella memoria visiva) e una bambina che osserva e ripete.

Corpo in  avanti e piede obliquo per spingere. Osservare ed Imparare.

Vista così, verrebbe da pensare che sia possibile insegnare tutto ciò che si è imparato, ma per far questo è fondamentale che uno sia, almeno, un buon insegnante. Essere un insegnante non significa farlo di lavoro, ma avere la capacità di trasferire delle cose agli altri.

Non tutte le persone competenti sono anche capaci di trasferire le proprie competenze ad altri. Ci son persone capaci di andare in macchina ma totalmente incapaci nell’insegnare a farlo.

Quindi si può sopperire alla mancanza di conoscenza tecnica con il valore dell’esperienza. Ma lo possiamo fare per tutto?

Come avrebbe fatto, in un caso del genere, un genitore che non fosse mai andato in pattini? Cosa avrebbe potuto insegnare al proprio figlio?

Si può insegnare a non mollare, a rialzarsi, a tollerare le difficoltà, a riflettere su ciò che si sta facendo, ad imparare dall’esperienza che si sta attraversando, si può insegnare a “provarci”, a non perdersi d’animo, a non avere paura, si può insegnare molto anche senza sapere nulla o quasi nulla della materia specifica.

Si può insegnare se lo si vuole. Si può, in ogni caso, imparare a farlo.

Christian S.

Ho più volte raccontato, quanto possa essere bello fare l’educatore, il maestro e l’insegnante. Nulla, a confronto di quanto sia bello fare il genitore di una figlia che frequenta la scuola materna il giorno della festa del papà.

Ho sempre odiato le feste comandate, tranne la festa del 19 marzo 2012.

Non amo il natale, la pasqua, non amo la festa delle donne, san valentino, la festa dei nonni, non amo per niente quando sono gli altri a dirmi cosa devo festeggiare insomma.

Il carnevale invece mi piace.

La festa del papà ha sempre fatto su di me, però, un effetto differente, non sono mai riuscito ad odiarla da figlio e non riesco a considerarla come altre feste commerciali da quando sono padre.

Odio le feste commerciali e questo mi dovrebbe portare ad odiare anche il 19 marzo, ma oggi non si riesco.

Da qualche anno, il 19 marzo, ricevo dei regali per la festa del papà, ma non ne ricordo nessuno.

Quello che è successo oggi, però, ciò che ha cambiato il mio modo di vedere il 19 marzo è che un gruppo di “educatrici” ha avuto una semplice e meravigliosa idea, quella di organizzare una giornata (sottratta al normale ritmo di lavoro) in cui la scuola materna è diventata un luogo di incontro tra i padri e i figli. Una giornata dedicata solo al rapporto con i propri papà. Una giornata che mi ha permesso per la prima volta di “stare” con mia figlia,  in uno dei suoi luoghi di crescita più importanti.

Oggi amo il 19 marzo, e lo amo perché ci sono giorni diversi da altri, giorni in cui sei felice perché hai passato del tempo facendo delle cose con tua figlia e soprattutto sei felice perché lo hanno fatto, con te, anche tanti altri padri.

Alcuni padri e questo mi dispiace, si son persi questa occasione.

Quello che è successo, oggi, è che un gruppo di educatrici ha pensato di dare veramente senso ad una festa commerciale, regalando ai bambini ma soprattutto ai loro papà un bellissimo lunedì.

Quando professionalmente si dice che è importante dar senso e dar valore a ciò che si fa negli ambiti educativi, si intende questo.

Se tutte le settimane iniziassero così non verrebbe voglia di citare Vasco quando dice “…odio i lunedì…” :

Chi segue il blog lo sa, siamo Tifosi di Zdenek Zeman (wikipedia), unico allenatore-insegnante di calcio, rimasto sulla terra, probabilmente. Sicuramente uno dei pochissimi uomini pedagogici di tutto il calcio professionistico.

Lo seguiamo da sempre e soprattuto lo seguiamo da quando c’è il blog.

Il suo Pescara, oggi, è primo in classifica in serie B, ciò significa che se tutto va come deve, il prossimo anno Z.Z. (così lo chiamiamo qui)  tornerà ad allenare in serie A, dove potrà regalarci fantastiche interviste e una nuova sfida calcistica.

E’ chiaro che, se dovesse succedere (ma non succederà, siamo superstiziosi), se il Nostro Z.Z. dovesse venire in serie A insomma, sarò costretto ad aumentare i post sul calcio, probabilmente anche costruendo una rubrica settimanale su di lui.

Se non lo conoscete, potete farlo anche attraverso il post “calcio e pedagogia” che trovate su questo blog, ecco il link: Zdenek Zeman

Oppure vi consiglio di veder il film documentario su di lui, intitolato: ” Due o tre cose che so di lui”.

Ecco il link, al sito del pescara calcio. http://www.pescaracalcio.com/stagione/archivio-news/5239-mister-zeman-alla-vigilia-di-cittadella.html

Intanto lui dice : “Non penso alla classifica, alla fine ci penso. Bisogna giocare partita per partita. C’è sempre da lavorare”

Guarda la conferenza stampa di Mister Zeman alla vigilia di Cittadella-Pescara su Pescaracalciowebtv

Buona lettura e visione…

Episodio 1

Adulta: Ciao Anna, come stai bene vestita così.

A: grazie, son vestita da Pirata.

Adulta (pensando di non essere sentita e rivolgendoti ad un altro adulto): ma quello non è un vestito da maschio?

A: ???

Episodio 2

Adulto: ciao Veronica, tutto bene?

V. Si, grazie…

Adulto: giochi con le macchinine?

V: si, son belle, vero?

Adulto ( direttamente alla bambina): si , ma sono, un pò, un gioco da maschio, no?

V: ???

Episodio 3

Adulto : ciao Luca , come stai?

L: bene…

Adulto: hai la sciarpa rosa.

L: si, ti piace?

Adulto: si, ma il rosa non è un colore da femmine?

L:???

Qualche domanda:

1) Ho la sensazione che alcuni adulti si dimentichino di attivare il cervello quando si svegliano alla mattina, mi sbaglio?

2) Le femmine si sono comprate il rosa?

3) Le macchinine sono ad esclusivo utilizzo dei maschietti, nelle istruzioni non ho trovato traccia di questa cosa.

Qualche riflessione:

Forse alcuni adulti non si rendono conto di quanto possa essere doloroso per un bambino o una bambina sentirsi “sbagliati”.

Forse non ci rendiamo conto di quanto alcune “generalizzazioni” possano fare male ai nostri figli.

Forse son solo stanco di sentir dire che i bambini non omologati sono bambini “sbagliati”.

Forse sono solo stufo di vedere, a carnevale, le bambine vestite da principesse e i bambini vestiti da cavalieri.

Forse alcuni adulti doverebbero imparare a tacere, almeno alcune volte.

Buone riflessioni anche a voi…

Posto l’articolo di una mamma “diversa”, come si definisce lei.

Una madre da cui, tutti, abbiamo da imparare.

Una mamma che ha avuto il coraggio di raccontare ciò che sta vivendo come donna e come madre.

Una madre che racconta una storia, la sua storia, una storia vera. Una storia che parla di quanto sia difficile, a volte, fare i conti con i propri limiti.

Un mamma che racconta quanto possa essere faticoso incrociare lo sguardo degli altri e doloroso incontrare ” chi ti sorride con la pena negli occhi”.

Grazie Roberta.

Buona lettura…

http://www.agoravox.it/Vi-racconto-la-mia-malattia-una.html